
Dottoressa Bacci, lei ha collaborato fisicamente alla nascita della Comunità e del progetto di co-housing “Casa Oikia”, in cui è ancora super presente e super attiva. Come ha fatto a mantenere sempre alta l’adrenalina?
La ringrazio per l’implicito complimento che mi rivolge. Credo molto in quello che faccio e sono sempre guidata dai valori e dai principi che mi ispirano. I valori in cui credo e che cerco costantemente e quotidianamente di concretizzare sono l’inclusione, la consapevolezza che ogni individuo ha una sua specificità e una sua bellezza. Credo inoltre nella possibilità di poter aprire spiragli di miglioramento e di crescita per ogni persona. Tutti possiamo cambiare e migliorare. Tutto questo mi porta ad agire.
Nell’ambito della sua ricca collaborazione professionale, ha creato gli incontri del Subrosa. Quale obiettivo hanno?
Il mio Subrosa è nato circa venti anni fa ed è un gruppo di terapia sui temi dell’affettività e della sessualità. Il titolo trae origine dalla forma abbreviata dell’espressione latina “Sub rosa dicta velata est” che significa ciò che è detto sotto la rosa è segreto. Il titolo richiama il fatto che gli argomenti trattati sono molto delicati e riservati. Infatti le tre regole del gruppo sono le seguenti: quello che viene detto non deve essere rivelato fuori dal contesto, si ascolta chi parla con più d’attenzione possibile, non si commenta in modo negativo e non si giudica l’altro. Il percorso si configura come
educazione sessuale ed emozionale.
Come si svolgono gli incontri?
Gli incontri si svolgono con cadenza quindicinale e mi avvalgo della presenza di tirocinanti specializzandi con i quali condivido la scelta dei temi e l’attenzione a quanto avviene nel gruppo. Ogni incontro ha la durata di due ore e adesso partecipano tutti i ragazzi e le ragazze che vivono in Agape. Gli obiettivi sono legati al valore dell’educazione sessuale e affettiva che riguarda tutti e che rappresenta un processo formativo che mira a sviluppare
consapevolezza e conoscenza sui vari aspetti della sessualità. Il tutto deve portare a creare relazioni sicure e a sviluppare benessere fisico, ecologico e relazionale.
Com’è la collaborazione dei ragazzi in questi momenti in cui si toccano argomenti molto delicati?
La collaborazione di tutti i partecipanti è intensa e attiva. Sono emerse domande e problematiche sempre nuove e coinvolgenti.
Nel percorso di questi anni ha rinnovato qualcosa?
Sono diversi anni che mi occupo di educazione sessuale di persone con deficit cognitivo e non, con realtà comunitarie come Agape ma anche nei colloqui privati. I cambiamenti e le innovazioni sono continui e sono calibrati sui bisogni dei partecipanti. Spesso sono loro stessi a proporre domande e approfondimenti.